Ho sempre percepito settembre come il mese dei buoni propositi, come l’inizio dell’anno e la ripresa della routine quotidiana.
Finisce l’estate, l’abbronzatura schiarisce e si lascia spazio alle giornate piovose e agli anfibi.
Puntualmente fissiamo gli obiettivi per l’anno e siamo determinati a fare del nostro meglio.
C’è chi odia questo mese e chi lo ama, io penso di essere nel secondo gruppo perché la verità è che mi mette sicurezza avere delle abitudini e mi sento felice quando ho le giornate piene.
Per quest’anno non ho ancora fatto la lista dei traguardi da raggiungere, perché vorrei vivere i momenti per come accadono senza programmare nulla, giusto gli esami da sostenere all’università (quelli sì).
Mi piacerebbe tornare alla normalità pre-pandemia e a quando eravamo tutti più spensierati e con meno problemi. La pandemia ci ha cambiati. Non solo l’economia e la politica ne hanno risentito ma anche il nostro essere sociale e la sfera psicologica di ognuno di noi.
Lo scorso anno è stato ancora quello delle mascherine, dei volti coperti e delle emozioni nascoste dietro un filtro ffp2. Adesso, sembra che potremo tornare, in alcune attività a osservare e scrutare i visi interi e finalmente a capire le espressioni.
È mancata una grande parte relazionale. In questi anni abbiamo imparato a comunicare con gli occhi e paradossalmente da domani, che molte scuole d’Italia cominceranno l’anno scolastico, gli studenti dovranno nuovamente imparare a comunicare con il volto e a mostrarsi per come sono.
Abbiamo imparato che le abitudini che davamo per scontate non lo erano affatto e abbiamo capito quanto le relazioni o anche solo la presenza di persone intorno a noi incida nella nostra sfera psicologica.
Per quest’anno auguro a tutte le studentesse e a tutti gli studenti di conoscere nuove persone, di stringere nuovi legami e di non dare per scontati i volti che incontreranno, di fare attenzione alle emozioni, proprie e altrui, e di sorridere senza mascherina.
Buon inizio!