Che cos’è Nero Cinematografico

Siamo nell’era di internet delle conoscenze a portata di mano quasi in qualsiasi momento.
Siamo nell’era del tutto e subito, zero sforzo e massimo risultato. I ragazzi sono così veloci con le dita su una tastiera da sfidare la velocità di esecuzione della ram più potente.
Non dico che ringrazio in tutto e per tutto di non essere così, perché a questo articolo farebbe comodo un po’ di velocità di stesura e destrezza di utilizzo del computer per essere pubblicato in tempi brevi ad esempio, ma in parte decisamente si.

Sono uno studente di cinema (cosa vuol dire lo devo ancora capire), e uno dei problemi sorti con l’inizio di questi studi è la perdita della sana capacità di non rompere i maroni quando guardo un film. La cosa difficile è poter giudicare un film senza analizzare i tecnicismi di regia o sceneggiatura, le discontinuità fotografiche motivate oppure no, i differenti utilizzi del montaggio o le interpretazioni degli attori ecc.
Per chi studia queste cose, nella speranza di poterle applicare, è quasi impossibile guardare un film senza dire: “Io però avrei fatto così”.
Quanto è brutto uscire da una sala e non potersi sentire come tutti gli altri che finita quella visione, in maniera più o meno convinta sanno dire di essere soddisfatti oppure no, senza necessariamente sapere perché.
Il nocciolo della questione qual è? Dover separare lo spettatore puro, privo di senso tecnico-critico e dipendere solo dalle sensazioni soggettive, dal cinematografaro incallito che punta il dito ad ogni errore.
Con questo grande handicap, posso però vantarmi di emozionarmi sempre entrando in una sala e vedere lo schermo accendersi. Bello o brutto che sia quel film io sono in una sala!
Ammiro la passione della mia vita nella sua massima espressione e mi sento fortunato, perché me ne accorgo.
Io non parlo necessariamente di multi sala, non voglio evocare l’odore dei pop corn caldi e delle file per prendere il biglietto, no!
Io parlo di te e di quello schermo, di quello che potrebbe darti da un momento all’altro: certezze dubbi momenti riflessivi, sane o amare risate ecc… Poche forme d’arte sono così immediate, quanto meno nel coinvolgimento dei fattori di udito e vista come strumenti di ricezione per la codifica dei messaggi che ci arrivano e che soggettivamente scaturiscono questo o quella emozione, come quelle audiovisive.

Ma in tempi come questi il cinema è attaccato da ogni fronte, contestualizzando in maniera quanto più attuale possibile. Il settore cinematografico sta vivendo uno dei periodi più bui mai affrontati. La diffusione del virus “Covid19” su scala mondiale ha messo in ginocchio molti settori, primi fra tutti. dopo la sanità, quelli destinati alla fruibilità da parte di un pubblico fisico.

Invece dal punto di vista specifico con l’arrivo delle grandi piattaforme in streaming le sale sono sempre più vuote e i risultati sempre più imbarazzanti. Le grandi piattaforme in streaming puntano ormai da tempo solo al guadagno.

Intendiamoci anche le produzioni cinematografiche e il mondo dello spettacolo in senso generale funzionano  così, ma l’autore in un modo o nell’altro riusciva a venire fuori. La vecchia Hollywood per quanto lavorasse per schemi calcolati, guadagni assicurati e idea di star system alla base, per decenni ha prodotto film che per la maggior parte sotto la soglia di un commento come :”Gran bel film” non riuscivano a scendere. 

Poi i tempi cambiarono, la generazione di giovani anni 60 e 70 aveva bisogno di qualcosa di nuovo, ed ecco che nacque la “New Hollywood”. Un movimento cinematografico americano con alla base giovani produttori e registi,  ispirato più all’indipendenza autoriale dei cineasti europei che non ai vecchi stilemi classici dei loro predecessori in patria. La New Hollywood è considerata ancora oggi uno dei periodi di massimo splendore del cinema, dove l’arte e la sperimentazione andavano di pari passo con le idee dei produttori.

Ma tutto volse alla fine nei primi anni 80. Arrivarono i nuovi film con grandi incassi e le così dette “mode”, le case di produzione cominciarono a produrre film di nuovo con gli stilemi calcolati, ma questa volta più rozzi. I personaggi erano tagliati con l’accetta, il cinema action seguiva sempre lo stesso stilema muscolare così come quello romantico o thriller, il drammatico divenne ridondante e degli autori emersi nella New Hollywood ne sopravvissero pochi.

Arriviamo ad oggi dove quando un film supera le aspettative gridiamo al capolavoro perché non ci siamo abituati più ai bei film. Perché lo streaming ci fornisce giocattoli adatti al merchandise ma che davvero lasciano poco o nulla. Adesso commentare un film è una moda e tutti se ne sentono esperti. Quando chiunque può parlare releghiamo tutto a chiacchiere da bar. Io non dico che solo gli accademici o i critici possono commentare (quella è una categoria che sarei il primo a tirare sotto con un Tir) ma sicuramente nessuno dovrebbe avere il potere di poter influenzare una produzione cinematografica o televisiva.

Gli autori che cosa ci sono a fare, ad accontentare il pubblico ? Ma quando mai? Come potrà mai farcela un regista emergente ora che si afferma che l’unico modo per lavorare con le piattaforme in streaming sia solo tramite conoscenze e che non interessano i vincitori dei festival e delle manifestazioni?

Una volta davvero sapevano che il guadagno era relazionato alla qualità e si cercava di remare tutti nella stessa direzione. Adesso vedo cose che mi fanno gelare il sangue e non per la bruttezza in sé ma per la gente che è lì a sorbirsele con il sorriso sulle labbra e con in paraocchi per tutto il resto.

Il cinema è l’eterna lotta fra il bene e il male.

Il cinema è l’illusione che avvicina alla verità.

Federico Fellini diceva che “il cinema è la luce”. Dove nell’immaginario comune associamo la luce al bene e il buio al male teniamo a mente le parole del regista di Rimini e accorgiamoci di come il cinema altro non è che la luce nel buio … della sala.

Il cinema arriva nel buio per restituircelo.

Il cinema ci parla del buio, ovvero il mondo al di fuori della sala, e poi ci restituisce ad esso con consapevolezza in più.

Perciò fatevi un favore. Quando sarà di nuovo possibile andate al cinema. Se alla fine del mese dagli abbonamenti dei siti in streaming che seguite vi rimane qualcosa, andate a guardarvi un film al cinema.

Tirando le somme ormai l’avrete capito. Nero cinematografico è questo. Una rubrica dove si parla male, sconclusionato in modo ridondante e rozzo, di cinema. Ma ha anche dei difetti. Uno fra questi sarà l’assoluta anarchia dell’uscita degli articoli. Perché è così che funziona per i cinefili, guardano film parecchie volte e per muovere qualche arto di tanto in tanto scrivono della confusione che hanno nella loro mente malata.

“Chi ama il cinema è gente malata” – François Truffaut

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