Almarina è il romanzo di Valeria Parrella che è stato candidato al Premio Strega.
Un libro breve ma intenso che si apre con la voce narrante di Elisabetta, insegnante di matematica presso il carcere minorile di Nisida. Il suo è un lavoro complicato.
Insegnare ai ragazzi che sono confinati in carcere, per reati minori o gravi, presuppone una sensibilità particolare per riuscire ad avere la loro fiducia e la loro attenzione.
La vita così come il lavoro per Elisabetta sembrano monotoni, una routine che si ripete ogni giorno, fino a quando sarà ribaltata da Almarina una giovane ragazza, finita in carcere, che si legherà alla professoressa.
Il loro rapporto sarà intimo, fatto di confidenze come quello tra una madre e una figlia, degli scambi di poche parole ma di molti significati.
L’una accenderà all’altra la scintilla di vitalità, di libertà e di felicità che manca nel proprio vissuto fatto di passati dolorosi.
Una storia di confini e di emancipazione che viene raccontata a partire dalla copertina che raffigura una donna in mezzo al mare, in uno spazio libero e aperto, che si affida alle sue correnti.
La sua posizione è statica, in equilibrio, come la vita descritta all’interno del libro, di Elisabetta, donna libera che però quando entra a Nisida quella libertà viene oppressa diventando statica.
Una donna in mezzo alle correnti. Una donna che sta in equilibrio e che cerca di colorare la sua vita.
Almarina è un libro che si legge in poche ore, in cui ogni pagina merita una riflessione accurata. I temi trattati sono molti nonostante le poche pagine con cui si presenta il romanzo.
Consigliato a chi cerca una lettura breve e una storia profonda.
Il mio voto è:


Titolo:Almarina
Autore: Valeria Parrella
Editore: Einaudi
Pagine: 123
Costo: 17.00 eur