Pensieri sciolti di una maturità in busta chiusa
Quando sono entrata per la prima volta, cinque anni fa, al liceo avevo il cuore a mille, ero emozionata e avevo paura: non conoscevo nessuno.
Qualche mese prima mi aveva contatta Chiara che si era presentata con: ”Ciao, io sarò in classe con te, nella classe 2.0”, da quel giorno abbiamo stretto una bella amicizia.
Ogni giorno facevamo il conto alla rovescia, fremevamo di conoscerci di persona.
In men che non si dica gli anni sono volati, io sono cresciuta e la scuola mi ha regalato tantissime esperienze.
Molto spesso la gente mi chiede come mai ho scelto lo scientifico.
Io sono una persona che non ha niente a che fare con matematica, per non parlare di fisica e peggio del peggio chimica, ma il liceo scientifico l’ho scelto come sfida, come obiettivo.
Da quando sono piccola, i miei genitori mi hanno insegnato che ogni cosa che decidiamo di fare può essere affrontata con forza di volontà e non ci sono dei limiti o meglio possono esserci sicuramente ostacoli ma l’importante è abbatterli.
Così quando, a Gennaio del 2015, ho detto a mia madre che avevo scelto il liceo lei è rimasta stupita, mi ha chiesto se fossi davvero sicura e se avessi considerato proprio tutte le scelte.
Sicura di me le risposi di sì e lei fece la domanda d’iscrizione.
Non mi pento della scelta, anzi la rifarei sicuramente, perché il liceo scientifico oltre ad avermi insegnato molte nozioni fondamentali a livello conoscitivo mi ha aperto la mente, mi ha insegnato a studiare e ad avere volontà in ciò che faccio.
Sono stati cinque anni molto duri, non sono stati una passeggiata.
Ho passato pomeriggi a piangere sui libri perché non riuscivo a imparare le formule di matematica, serate in cui per lo stress accartocciavo tutti i miei appunti e mattinate a scuola in cui non avevo voglia di fare niente.
Per me lo studio ha sempre richiesto tanto impegno, per imparare una cosa ho sempre dovuto prima trascriverla su un foglio e poi ripeterla.
Quando stavo in seconda elementare mi avevano diagnosticato la dislessia e la disgrafia, tutte le S, le Z, i 5, li scrivevo al contrario e quando leggevo anagrammavo le parole formando con le lettere un’altra parola.
Ma mia madre mi ha sempre detto che non dovevo arrendermi e i pomeriggi si metteva con me e mi aiutava a leggere e a scrivere.
Non ha mai voluto che questo diventasse un problema, perché sapeva che non lo era e che ce l’avrei fatta.
Così ora eccomi, ho concluso il liceo senza mai prende un debito ma passando le giornate sui libri, facendo migliaia di appunti.
I miei genitori durante questo percorso mi hanno sempre aiutata e supportata e anche il mio amico nonché insegnante di recupero Stefano che con tanta pazienza mi ha fatto piacere alcuni aspetti della matematica.
Tutti i miei professori sono stati fantastici ma in particolare io devo ringraziare il professore Casalini che è il professore che tutti dovrebbero avere almeno una volta nella vita, per il sostegno umano e per avermi trasmesso la passione verso la sua materia (ché non è soltanto intento di conoscenza ma anche e soprattutto amore per essa).
Sono entrata poco più che bambina e ora ne esco giovane adulta pronta ad affrontare nuove sfide con entusiasmo.
Per me e per tutti quelli che hanno condiviso con me questo cammino: AD MAIORA.
In bocca a lupo per le tue scelte future. Anch’io ho fatto il liceo scientifico, ma in un’altra epoca storica. 👍❤️
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