Timore, disprezzo, imbarazzo, disagio… sono stati del nostro essere che definiscono il sentimento verso qualcosa o qualcuno e se quel qualcuno fosse nostro fratello?
Giacomo Mazzariol con “Mio fratello rincorre i dinosauri” edito Einaudi, ci racconta una storia vera, autobiografica, degli stadi che lui stesso ha affrontato per capire che la diversità è bellezza e non è oggetto di discriminazione o vergogna. La storia ha inizio quando Giacomo aveva cinque anni e gli fu annunciato che la madre aspettava un fratello, un momento emozionantissimo, sarebbe cambiata la famiglia composta dalle tre sorelle, la madre e il padre: ora i maschi non sarebbero più stati in minoranza. Quell’attimo di felicità e stupore si dissipò quando Giovanni scoprì che il futuro fratello sarebbe stato un bambino “speciale”, proprio così: un supereroe. Alla famiglia Mazzariol non piace associare Giovanni alla sindrome di Down
“Giovanni è Giovanni. Non la sua sindrome. Lui è sé stesso. Ha un carattere, dei gusti, dei privilegi e dei difetti. Come tutti noi.”
Giacomo però non era convinto delle parole dei genitori e così iniziò a tenere nascosto il fratello dagli amici, come si fa per qualcosa di proibito, come quando un adolescente nasconde le sigarette, lui non voleva che i compagni lo giudicassero.
L’unico a sapere di questa realtà velata era il migliore amico Vitto e un suo compagno di classe, Pisone, che Giacomo minacciò affinché la cosa fosse tenuta all’oscuro da tutti i compagni, un episodio che viene evidenziato durante tutto il racconto.
Durante l’estate a cavallo del primo liceo qualcosa cambiò a seguito di una frase detta dalla sorella Chiara, la più piccola:” Lascialo fare. Non è detto che le storie debbano sempre finire come sono state scritte”. Da qui in poi nella testa di Giacomo scattò un meccanismo e capì che davanti agli occhi aveva sempre avuto un bambino, un essere umano: suo fratello.
Da questo momento in poi Giacomo inizia a far entrare nella sua vita Giovanni.
Il 20 Marzo 2015, il giorno prima della giornata mondiale della sindrome di Down nasce “Jack N John” con il primo video Simple Interview, una simulazione di un’intervista di lavoro.
Considerazioni Personali
Il libro alterna momenti seri a momenti divertenti, non lascia il lettore nella noia, ma lo fa appassionare sempre di più a questa relazione tra Giacomo e Giovanni.
La parte che mi ha fatto più ridere e più commuovere è stata la parte discorsiva tra Giacomo e un ragazzo Down del teatro dei disabili:
“- Ciao io sono Davide, – disse con la bocca piena di patatine
-Ciao io sono Giacomo, – e strinsi la mano
-Io sono Down. Tu?
-Io… bè, no, niente, io… sono qui per…- e stavo per indicare mio fratello, ma lui mi interruppe.
-Niente? Maddài. Impossibile. Tutti sono disabili. Pure Tommy, anche lui lo era. Lo vedi quello nel giardino? – […]
-Sì lo vedo. […]
-Ma parliamo di te. Ci sarà qualcosa che non sai fare.
-Non so stirare
-Meglio essere Down che avere la stirosindrome.
-Perché?
-Come perché? Tu ce lo hai il sussidio?
-No
-Io sì, lo Stato mi paga per essere Down e io non devo far nulla. Capito? Mi dànno i soldi per esistere. I Down sono il futuro. […] Però…
-Però cosa?
-Ho avuto un periodo difficile, Giacomo, che mi tiravano addosso i banchi e le sedie e i libri. Alle superiori. Dicevano mostro, idiota, handicappato, scimmia. Mi volevano male. Se solo avessero saputo…
-Cosa?
-Che grazie a loro cominciai a piacermi. Cominciai a ringraziare Dio di non avermi fatto così, come quelli che mi offendevano. A loro è andata peggio: sono nati senza cuore. Arrivai persino a ringraziarlo quel cromosoma in più. Aspetta, dove sarebbe il cromosoma in più?- Si stava guardano il corpo […] – Ah eccolo, trovato,- e si indicò un posto tra il cuore e il fegato –sono contento di quello che sono-, disse.”
È un libro adatto a tutte l’età, un libro che fa riflettere e che fa capire che in fondo alla diversità c’è straordinarietà, genialità e splendore. Imparare ad accettare è difficile. Bisogna aprire la mente e farci sconvolgere la vita dalla stranezza.
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