Resto qui – Marco Balzano

mb‘Resto qui’ è il libro edito Einaudi di Marco Balzano.

La voce narrante del romanzo è femminile, Trina, il luogo in cui la storia è ambientata è Curon, una valle alpina caratterizzata dalla tipica cultura montanara del “maso”.
Il paese viene minacciato due volte: la prima volta dal fascismo, un fascismo violento che impone la lingua Italiana, al quale si cerca di fare resistenza:

«l’italiano e il tedesco erano muri che continuavano ad alzarsi. Le lingue erano diventate marchi di razza. I dittatori le avevano trasformate in armi e dichiarazioni di guerra.»

E da questo momento in poi che la figlia di Trina sentendosi oppressa perché non potrà andare più a scuola, scapperà con gli zii per andare a Innsbruck, 83 km di distanza che però cambiavano la dittatura vigente.
Addirittura i resistenti sperano in Hitler per poter calmare la situazione nel paese e per ridare loro i valori di una volta e la propria lingua, la cosa che colpisce di più è la descrizione dove il Führer entra nel paese e ad accoglierlo vi sono tutte le donne per strada con i bambini a sventolare i fazzoletti.
Curon, con l’arrivo del nazismo, diventa la regione meridionale del Reich.
Successivamente all’allusione seguirà una disillusione e si renderanno conto di chi realmente sia Hitler.
A questi fatti si alterna un altro importante avvenimento: la costruzione della diga che comporta la fine della valle e anche qui viene descritta una forma di resistenza alla quale poi corrisponderà il senso di rassegnazione.

Giovedì 8 maggio si è tenuta la presentazione del libro, vi era l’autore insieme al giornalista Pierluigi Battista.
Marco Balzano ha spiegato come lui sia il meno deputato a scrivere queste storie di montagna, in quanto Milanese di origini Pugliesi. Nel posto ci è capitato per caso, durante una gita con i figli:”L’idea è sempre stata quella di capire cosa ci fosse stato sotto” spiega.
All’inizio pensava che ci fossero già centinaia di libri e film riguardati questo ambiente, ma alla fine si sbagliava.
La stesura, la iniziò scrivendo della distruzione del paese ,sempre con una protagonista femminile, ma più studiava il posto e più capiva che non poteva scrivere solo un romanzo parlando della distruzione, che il posto era un posto ricco di storia e quindi così è nato Resto qui. Un libro poco facile da scrivere in quanto la voce narrante è appunto quella di una donna e immedesimarsi nei pensieri e nella mente di una donna per un uomo, è complesso.
Battista spiega che a lui il libro è piaciuto perché è un’urgenza, una necessità, una storia pregnante che racconta la NOSTRA storia.

Andare avanti, come diceva ma’, è l’unica direzione concessa. Altrimenti Dio ci avrebbe messo gli occhi di lato come i pesci.

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