‘La corsara’ è il romanzo edito Neri Pozza di Sandra Petrignani.
Fin dalle prime righe il libro si pone lo scopo di delineare la figura di Natalia Levi, meglio conosciuta come Natalia Ginzburg.
La storia inizia con l’incontro dell’autrice e di Natalia e da questo capitolo “Occhi neri e pungenti, femminili” si apre la descrizione di Natalia Ginzburg.
Sin dai tempi dell’infanzia viene definita come una personalità strana, i suoi modi di fare e di approcciarsi al mondo erano piuttosto particolari, sembrava quasi estraniata da ciò che la circondava ed era solita a fare discorsi da sola:
La sua fantasia si popola di personaggi che chiama «i noi», stirpe di nani insolenti e chiassosi. Sono i suoi sudditi, eppure la perseguitano con i loro strilli, la fanno piangere di disperazione perché non sa come convincerli a tacere, ma la fanno anche ridere. A volte cerca di tenerli buoni con smorfie e bisbigli. Perché fai quelle smorfie da scimmia, le chiede la madre sorprendendola. E lei se ne vergogna profondamente. E la notte, a volte, la sorella, che dorme in camera con lei, si arrabbia di tutto quel confabulare nel buio e le dice di star zitta, le dà della matta, arriva a tirarle uno schiaffo.
Natalia era vista come un maschio mancato, definita da Italo Calvino come “l’ultima donna rimasta sulla terra. Tutti gli altri sono uomini”.
Durante la crescita della Ginzburg si nota un grande senso di riscatto e inizia così a lavorare con una delle prime case editrici: Einaudi.
Nel corso del romanzo viene descritta la sua vita privata: donna di Leone Ginzburg e successivamente di Gabriele Baldini, i legami con Italo Calvino, Elsa Morante, Giulio Einaudi…
La sua attività inizia con le traduzioni, attività alla quale si dedicherà fino alla fine dei suoi giorni.
Nel corso di tutto il romanzo verranno citate le numerosissime opere di Natlia e tra queste molto spesso risuonerà il titolo di Lessico famigliare.
Bisogna prestare attenzione al sottotitolo ‘ritratto di Natalia Ginzburg’, la parola ‘ritratto’, molto diversa da ‘biografia’, perché si può notare come in quest’opera l’io di Natalia non sia al centro dell’attenzione ma l’attenzione va sulla sua visione del mondo.
Di autoritratti effettivi nella scrittura di Natalia se ne trovano pochi, il capitolo “occhi neri, pungenti e femminili” è un autoritratto in cui Sandra Petrignani vuole far risaltare la figura di Natalia partendo dal suo incontro.
L’anima di Natalia è complessa ma non complicata, si vuole fingere complicata ma alla fine é molto semplice, sin dai primi anni della sua vita si sentirà inadeguata ma nonostante tutto riuscirà a compiere cose di cui lei stessa non credeva.
Attraverso la figura della Ginzburg emerge il significato della vera libertà e del coraggio e da qui viene coniato dalla Petrignani il titolo ‘La corsara’.
Ho avuto il piacere di partecipare alla presentazione del libro, il 3 maggio e come moderatrice era presente Bianca Maria Frabotta, colei che ha proposto il libro della Petrignani al Premio Strega. Frabotta è una poetessa italiana che attraverso le sue parole ci ha fatto entrare nel mezzo della storia di Natalia Ginzburg.
Una cosa che mi ha colpita molto è come questo personaggio, Natalia Ginzburg, non sia conosciuto dalla nostra generazione, nelle scuole personaggi del genere non vengono neanche più citati, il che denota un vuoto nella formazione letteraria scolastica, visto che sono loro che hanno lasciato un segno nella storia.
«Lei non vuole diventare un adulto che mente. Lei farà della verità il suo stile di vita e di letteratura. Resterà per sempre dalla parte dei bambini, dalla parte degli innocenti e dei giusti.»