Viaggiare è importante, oltre a scoprire nuovi luoghi, ci permette di conoscere nuove culture e quindi nuovi abitudini.
Molti sono gli scrittori che hanno raccontano e raccontano, ancora oggi, attraverso racconti e romanzi di questo tema, sicuramente i più conosciuti sono Robinson Crusoe di Daniel Defoe e I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift.
L’etimologia della parola risale al francese antico viatge e successivamente divenne una parola latina viaticus con significato “ciò che riguarda il viaggio”.
Con il termine viaggiare ci riferiamo ad uno spostamento da un luogo ad un altro, non è rilevante la lontananza del posto.
Viaggio non è sinonimo di vacanza infatti il fine della vacanza è quello di visitare un posto per rilassarsi, il viaggio è tutt’altro è la curiosità di scoprire nuovi posti nel mondo e di vedere e studiare con i propri occhi nuove civiltà.
Il dottore e ricercatore Stephen Littlewood ha condotto e conduce una serie di studi per comprendere vari meccanismi della vita riguardanti il miglioramento di essa e lo sviluppo personale. Oltre ad essere dottore in discipline umanistiche, scrittore, pubblicitario ha fatto una serie di viaggi in giro per il mondo per cercare i vantaggi e tra questi dichiara che il vantaggio più importante che un viaggio apporta é quello dell’esplorazione e della conoscenza di se stessi: “Un Viaggio è sempre una scoperta, prima di luoghi nuovi è la scoperta di ciò che i luoghi nuovi fanno alla tua mente e al tuo cuore. Viaggiare è sempre, in qualche forma, esplorare se stessi.”.
L’Academy of Management Journal, attraverso studi recenti, ha affermato che chi viaggia ha una mente più aperta, creativa e fantasiosa, ciò è dovuto alla conoscenza e quindi all’immersione in nuove culture.
Esiste persino una sindrome legata al viaggio, chiamata Sindrome di Wanderlust, conosciuta come la malattia del viaggiatore e si sviluppa con l’ossessione del voler scoprire nuovi posti.
Come viene affermato da una recente ricerca L’inquietudine dei geni pubblicata sulla National Geographic:“Se il nostro impulso a esplorare è innato, forse la sua origine risiede nel genoma. E in effetti esiste una mutazione genetica di cui si parla spesso quando si affrontano questi temi: è una variante del gene DRD4, che serve a controllare la dopamina, un neurotrasmettitore prodotto dal cervello che ha un ruolo importante nei meccanismi dell’apprendimento e della ricompensa. La variante, di cui è portatore circa il 20 per cento degli esseri umani, si chiama DRD4-7R, e diversi studi la associano alla curiosità e all’irrequietezza. Chi la reca sarebbe più disposto a correre rischi, a esplorare nuovi luoghi e idee, a provare nuovi cibi, relazioni, droghe, ad approfittare di occasioni sessuali e, in generale, ad accettare con entusiasmo il movimento, il cambiamento e l’avventura…”.
Claudia Nizzica è una studentessa Italiana che ha avuto la possibilità e il coraggio di partire per l’anno all’estero e ora si trova a Rochester nello stato di New York, in America.
Essendo una delle mie più care amiche ho voluto intervistarla per questo articolo, in quanto sta vivendo una delle esperienze più belle e interessanti che un adolescente della nostra età possa fare.
Claudia ha deciso di intraprendere quest’esperienza perché l’ha sempre affascinata e incuriosita ciò che c’è oltre l’Italia.
Vedere come vivono le altre persone e capire che in confronto a tutto quello che c’è, noi siamo piccolissimi ma comunque possiamo cambiare la vita di molte persone e lei lì ne ha incontrate molte che hanno cambiato la sua.
Quest’esperienza cambia la vita e uno dei cambiamenti più importanti è la responsabilità. Non è facile “fare i grandi”, Claudia è dovuta passare da una situazione in cui sua madre faceva tutto per lei e per la casa ad una situazione in cui ora è lei a doversi prendere cura di se stessa e della casa.
Questa esperienza però la sta portando ad essere diversa con le persone, dimenticando la timidezza e diventando più espansiva e amichevole.
È stato strano all’inizio abituarsi a molte cose della routine che noi diamo per scontate come ad esempio l’orario del pranzo e della cena. Infatti, dichiara che è stato difficile abituarsi a cenare alle 18.30-19.00 anziché alle 20.30 e sono proprio questi i piccoli cambiamenti ai quali nessuno fa caso sono quelli più difficili da cambiare.
“Viaggiare apre veramente la mente, non puoi dire veramente di non avere stereotipi se non viaggi, le cose le devi vivere per poter giudicare qualcosa. Scoprire quello che abbiamo attorno a noi è ciò che ci aiuta a crescere. Ragazzi, se avete la possibilità fatelo, viaggiate, scoprite il mondo e ciò che è diverso rispetto a noi perché sarà la cosa più affascinante che voi possiate mai fare”
Ringrazio Claudia per aver partecipato a questo articolo e colgo l’occasione per dirle che mi manca tantissimo e che le mando tanti abbracci! ♥
Vi invito a seguirla su Instagram per guardare le meravigliose foto che scatta